A COGOLETO LA COMPAGNIA TEATRALE SAN FRUTTUOSO

acco ottovolante

Cogoleto va in scena la compagnia teatrale San Fruttuoso. Sabato 12 novembre alle ore 21 presso l’auditorium Berellini di Cogoleto, la compagnia teatrale San Fruttuoso di Genova, diretta dal regista Daniele Pellegrino, ha portato in scena una commedia di Gilberto Govi sconosciuta ai più, cioè BOCCE di Aldo Acquarone, adattata da Enrico Scaravelli.

Il lavoro si inserisce nell’ampio panorama di iniziative per la ricorrenza dei cinquant’anni dalla scomparsa del grande attore.

Gilberto Govi era infatti un campione di bocce, tanto da ignorare se la sua fama fosse dovuta al suo lavoro sul palcoscenico o alla sua bravura con le bocce. Egli commissionò ad Aldo Acquarone di scrivere una commedia sul suo sport preferito, e così venne creata BOCCE, un successo di critica, sopratutto per quanto riguarda la costruzione del personaggio Nicola Casata, un imprenditore con la passione per il gioco delle bocce.

BOCCE è stata l’unica commedia a essere recensita dalla gazzetta dello sport, nelle cui pagine si leggeva “Gilberto Govi, da buon genovese, ama le bocce e di questa su semplice ed innocente passione s’inebria , specialmente nelle poche pause dal suo intenso e fruttuoso operare sui palcoscenici d’Italia. Egli ha portato la commedia alla ribalta sul campo da bocce, ed adesso questa prende il suo posto fra le file, ancora ristrette, del teatro sportivo

Un giovane scrittore, Aldo Acquarone, ha conosciuto Govi in questa veste inedita e poco nota ed ha scritto per il grande attore questa tre atti, intitolata appunto BOCCE.

La trama non ha nulla di eccezionale, si sviluppa su una vicenda d’amore in cui un simpatico giovanotto per conquistare la figlia del principale, il signor Nicola Casaccia, impersonato da Govi stesso, deve iniziare a praticare bocce, proprio perché il futuro suocero ha bisogno di quel ruolo.

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Riuscirà egli a dare al signor Casaccia anche la soddisfazione di sotterrare, proprio ai campi dello zerbino di Genova, l’orgoglio di una coppia di avversari, padre e figlio, i Grondona, da anni l’incubo del protagonista dell’esilarante commedia, il suo nemico tradizionalmente imbattibile.

La partecipazione ed il plauso del pubblico genovese sono stati notevoli, gran parte praticante di bocce, sport diffusissimo a Genova, ed attratti dalla commedia, che ricalca molto i temi contadini, con trame e personaggi semplici a cui però il pubblico riesce ad affezionarsi.

E poi c’è Govi, con la sua magistrale interpretazione ha dato vita al personaggio, bocciofilo egi stesso e pratico dell’ambiente, perfetto per il ruolo e già in possesso di tutte le sfumature esterne e di carattere del bocciofilo.

Gli applausi e la partecipazione degli spettatori non sono mancati neanche a Cogoleto, all’auditorium berellini, merito anche dell’interprete di Nicola Casaccia, Stefano Pastorino che ha offerto un’interpretazione degna di lode.

Grande preparazione, passione e correttezza dei tempi teatrali hanno caratterizzato quest’opera, grazie a tutti gli ottimi attori che l’hanno interpretata: Gianna Cevasco (signora Casaccia), Silvia Canale (la figlia), Alessandro Sasso (il figlio), Mariella Buonasora (donna di servizio) Paolo Mancini (il giovanottto), Lorenzo Ionata (il Fattorino), Gemma Cicardi (la dattilografa), Giorgio Oddone (Balistica il mediatore), Luigi Massa (l’avversario), Cinzia Lamponi (la signora Grondona), Stefano Silei (figlio di Grondona) piacevole la variazione dei tre video proposti prima di ogni atto.

Particolarmente emozionante, nel cinquantesimo anniversario dalla scomparsa del grande Giovi, è stato rivedere la scena di “gassetta e pomellu” che ha reso famoso l’attore.

Le fotografie del video che apre la commedia sono dell’epoca in cui si svolge la scena, cioè fine anni cinquanta, sono della collezione Finauri e servono per presentare la Genova di allora e la sua fiorente attività portuale,sottofondo su cui si svolge il primo atto.

Questa commedia ha vinto il premio della consulta ligure alla rassegna teatrale “Elio Rossi” di Chiavari, con La motivazione “Il riconoscimento vuole sottolineare la bravura della compagnia che ha messo in scena un testo poco conosciuto di Govi. Grazie all’adattamento, alla regia e agli attori, la commedia ha avuto unanime consenso della giuria.

Simpatico è un aneddoto legato alla commedia, che spesso Govi raccontava agli amici. Egli diceva “ho diverse tessere di socio ad honorem di società culturali, di amici dell’arte, di accademie di recitazione e di altri enti vari, ma non vi nascondo che vado molto orgoglioso di essere socio onorario di non poche società bocciofile italiane e straniere. Una volta ho dubitato che la mia popolarità di attore potesse essere offuscata dalla mia capacità come giocatore di bocce. Mi trovavo a Sanremo per una recita benefica e una mattina, passando davanti al casinò, la mia attenzione venne catturata da due ragazzini davanti ad un manifesto che annunciava la mia recita: Bocce.

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Mi avvicinai e raccolsi questo dialogo: “E scì, te diggo de scì . . . Govi . . . Gilberto Govi, o l’è un zugou de bocce” . . “Govi, un zugou de bocce?!”. “Scì, scì, o l’è un asso! Ma . . . o recita ascì!!” La compagnia San Fruttuoso è stata grandiosa a riprendere una commedia goviana così poco nota e altrettanto difficile per i cambi scena di ogn i singola scena, insomma non c’è che dire. Per la nuova stagione teatrale 2017, la compagnia è già al lavoro e sta preparando la commedia brillante in tre atti “Tutto pe un corpo de testa”, di Enrico Scaravelli, regia di Daniele Pellegrino.

Divertimento assicurato!!!!

La Redazione

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