Diritti LGBT e Regione Liguria: da che parte stiamo andando?

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Lo scorso novembre il Consiglio regionale della Liguria ha approvato una mozione proposta dal consigliere Matteo Rosso, con la quale viene impegnata la Giunta ad attivare un servizio a sportello rivolto alle famiglie.

Fin qui potrebbe sembrare un’ottima idea, ma si legge nel documento che “costituirà uno strumento di ascolto e di informazione pro famiglia, difendendo la libertà educativa in capo alla famiglia e andando ad arginare quei fenomeni di indottrinamento ideologico, noti come «ideologia gender»”.

A quali fenomeni si riferisce il documento? Che cosa si intende per «ideologia gender»? Penso che nemmeno il consigliere abbia un’idea chiara di quale sia questo fantomatico nemico e mi chiedo quali siano i pericoli reali per le famiglie e per le scuole, visto che nessuno mi pare vada in giro a parlare di «ideologia gender»; tranne chi, come lui, cerca di armare società ed istituzioni contro tali “fenomeni”. Fenomeni la cui esistenza non è ancora stata provata.

Devo però constatare tristemente che questa battaglia ha delle conseguenze importanti: la paura che qualcuno porti a scuola simili assurde argomentazioni fa sì che Arcigay e le associazioni LGBT non riescano a intervenire negli ambienti scolastici con un sano e utile lavoro contro il bullismo e le discriminazioni.

L’approvazione di questa mozione rischia quindi, in nome della difesa delle famiglie e degli studenti, di danneggiare proprio questi.

Quanto potrebbe costare ai cittadini uno sportello “anti-gender”? Non è proprio possibile usare meglio quelle risorse? La Regione ha ultimamente tagliato fondi a molte utilissime attività sociali su tutto il territorio; forse quei soldi dovrebbero andare lì e non in attività inutili.

Il consigliere Rosso è intervenuto anche in merito al doppio libretto universitario.

L’Università degli Studi di Genova ha infatti predisposto, con il forte impegno del Comitato Pari Opportunità, l’uso di un documento grazie al quale gli studenti e le studentesse in transizione di genere possono registrarsi e presentarsi agli esami con il nome nel quale si riconoscono. È un modo concreto per garantire ai propri studenti un ambiente inclusivo e una carriera universitaria serena.

Trovo significativo che ben dieci siano state le richieste.

Immaginate una studentessa nel momento in cui consegna il libretto per la registrazione dell’esame appena sostenuto e soprattutto provate a capire il suo imbarazzo nel momento in cui il professore si rifiuta di accettare di farlo, perché sul documento trova il nome di un ragazzo. Sarà costretto a spiegare d’aver iniziato un percorso di transizione da uomo a donna e, quindi, a spiegare pubblicamente cose assolutamente personali e delicate.

Il doppio tesserino permetterà a dieci persone di evitare queste situazioni.

Nonostante tutto Matteo Rosso, tra l’altro medico e presidente della commissione Sanità in Regione Liguria, e Stefano Balleari, candidato Sindaco di Genova per Fratelli d’Italia, affermano che questo provvedimento è una «follia becera surreale e fuorviante».

Da che parte stiamo andando?

Nell’agosto del 2014 la Liguria è stata promossa come Regione italiana con la migliore legislazione riguardo ai diritti LGBT in un report realizzato da Arcigay in collaborazione con Klaus Davi; l’alto punteggio è stato ottenuto grazie all’approvazione della L.R. 10 novembre 2009 n. 52, “Norme contro le discriminazioni determinate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere”, all’adesione alla Rete RE.A.DY, cioè la Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni Anti Discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, e per l’istituzione del Fiduciario sanitario.

Quali saranno in futuro le scelte della Regione Liguria sui temi LGBT? Voglio sperare, e proporre, in una riflessione sulla necessità da parte della Regione di lavorare per tutti gli abitanti della Liguria. Anche per tutti coloro che si riconoscono nella sigla LGBT. Forse è iniziata una regressione? Chiediamo una risposta.

Claudio Tosi

Presidente Approdo Arcigay Genova

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