Un tesoro recuperato a Sciarborasca

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LA CAPPELLETTA DELLA VERGINE DEL ROSARIO

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Agostino Calcagno “Stinò”, come diciamo noi alpini e’ “andato avanti”. Mancato prematuramente all’affetto dei suoi cari e a quello di tutti gli alpini del nostro Gruppo, nel 2013, il nostro amico ha lasciato di sé un’eredità che non svanirà mai. Come ha dimostrato al suo funerale in cui, per sua volontà, non ha voluto fiori, ma offerte da devolvere al Gruppo Alpini di Cogoleto oltre ad esprimere il desiderio e l’intenzione di sistemare  la cappelletta dedicata alla Beata Vergine Maria del Rosario, ormai ridotta in pessime condizioni.

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Tutti gli Alpini di Cogoleto interpretando la volonta’ di Stino hanno così deciso di farsi carico della ristrutturazione di questo splendido sito religioso. Edificata da un privato nel 1916 era ormai abbandonata ed inutilizzata da più di 50 anni.
E’ partita così la macchina organizzativa che con pazienza e determinazione ha portato gli Alpini di Cogoleto a restituire alla Parrocchia di Sciarborasca e alla comunita’ cogoletese la cappelletta perfettamente restaurata. Una volta risolti i passaggi burocratici (grazie al parroco Don Giuseppe da noi interpellato, che ha permesso l’incontro con il vescovo Vittorio Lupi a cui è seguito l’incontro con il  geometra Davide Mascaro che ha fornito la sua consulenza a titolo gratuito) sono cominciata da parte degli alpini i lavori di ristrutturazione. Tolti decenni di abbandono, oltre che grossi nidi di vespe e calabroni, è stata pulita e sistemata tutta l’area adiacente, liberata da piante infestanti veri e propri alberi, e tagliato un grosso rampicante che aveva parzialmente avvolto la struttura della cappelletta fino al tetto. Dopo è seguita la parte più peculiare dell’intervento come  l’eliminazione della parte bassa vecchio intonaco.

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Dopo che Giampiero Calcagno “Talo’” con i suoi operai ha montato le impalcature, è stata rimossa la restante parte d’intonaco, e lavate le mura esterne dalla ditta AMTER che si e’ prestata gratuitamente allo scopo.
La ditta Angelo Patane’ ha provveduto poi, al rifacimento dell’impermeabilizzazione del tetto della cappelletta in un paio di giorni di lavoro anche lui a titolo gratuito, a seguire e’ stato rifatto l’intonaco dalla ditta Giampiero Calcagno.
Gli Alpini del gruppo hanno poi finito l’opera pitturando esternamente la cappelletta, sistemando gli interni e donando nuovamente colore anche a quelli.

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Noi alpini, sempre nel segno di Stinò, abbiamo pensato poi all’area esterna nel retro della cappella a cui è stata fornita una recinzione in legno che la delimita, oltre che una parte seminata a prato ed è stata sistemata una panchina.
I falegnami Mauro Fanciullacci e Marco Ragni hanno pensato alle le finestre e al portone con il solo costo del materiale mentre le piane delle finestre sono state fornite da Delfino Angelo e i marmi da Gianni Caviglia entrambi a titolo gratuito.
Nella nicchia centrale, dove originariamente era collocata la statua della Vergine, è stata posizionata una statua della Madonna di Lourdes, fornita dall’alpino Antonio Rossi.

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Per l’altare è stata confezionata da Elsa Vernazza, moglie di un altro alpino, Giuseppe Cilione,  una tovaglia ricamata, e l’interno della cappella e’ stato completato da un crocifisso sull’altare, un lume appeso, una lucerna sempre sull’altare, un quadro ligneo su cavalletto e un quadro con l’immagine della Madonna del Don protettrice degli alpini e con la Preghiera dell’Alpino.

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Agostino Calcagno “Stinò” è stata ricordato con una targa datata 5 dicembre 2015, giorno dell’inaugurazione. Una cerimonia toccante e sentita che ha sottolineato il legame tra il nostro Stino e il suo legame con la cappella che in più occasioni aveva manifestato la volontà di restaurare.

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La sua volontà è stata rispettata sino in fondo.

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Luca Parenti

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La targa in memoria di Agostino Calcagno “Stinò”
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L’interno della cappelletta
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Ancora l’interno della cappelletta
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L’inaugurazione

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